Come curare i pesci d’acquario colpiti dalla malattia dei puntini bianchi.


IL PROBLEMA

Una delle malattie più frequenti dei pesci d’acquario è la cosidetta malattia dei puntini bianchi. E’ causata da un parassita chiamato ichthyophthirius multifiliis – presente negli acquari – che provoca questa malattia chiamata ictioftiriasi.

E’ una malattia che colpisce sia i pesci tropicali d’acqua dolce che i pesci d’acqua marina.

Il parassita si attacca alle squame del pesce e può in breve tempo contagiare tutta la popolazione dell’acquario a causa del contatto ravvicinato in vasca.

LA CAUSA

Partiamo da una considerazione generale: un pesce in buona salute, ben alimentato, che vive in un acquario con i corretti valori dell’acqua e il giusto spazio è difficile che sia attaccato dall’Ictioftiriasi.

Più facile è che ciò avvenga se le difese immunitarie del pesce si abbassano a causa di situazioni di stress come sbalzi della temperatura dell’acqua, inserimento di nuovi pesci in acquario, pesci troppo aggressivi che non convivono facilmente, una vasca sovrappopolata o ambienti troppo rumorosi.  Tutte queste situazioni portano ad un indebolimento delle difese immunitarie.

I SINTOMI

Facilmente riconoscibile dalla comparsa di puntini bianchi simili a granelli di sabbia sulla livrea del pesce, provoca anche un cambio nel comportamento del pesce che presenta movimenti eccessivi, frequenti sfregamenti contro piante o rocce nel tentativo di liberarsi dal parassita, difficoltà a respirare con stazionamento nella zona del filtro, perdita di appetito e comportamento sempre più schivo.

Bisogna agire con tempestività perché, se trascurata, la malattia può arrivare a uccidere i pesci. Saper riconoscere prontamente il problema e intervenire con celerità è davvero fondamentale affinché i rimedi siano efficaci.

LA CURA NATURALE: LA TERMOTERAPIA.

Questa tecnica è utilizzabile con pesci tropicali che vivono in acque con 26°C di media.

La cura prevede un rimedio naturale: il calore.

E’ consigliabile spostare se possibile i pesci ammalati su un altro acquario ed effettuare solo per loro tale cura.

Innalza la temperatura dell’acqua gradualmente 1° per ora, fino a raggiungere 30° (anche a 32° se il pesce è in grado di tollerarla per qualche giorno). Il calore evita che la malattia si aggravi e neutralizza i parassiti e la loro riproduzione. Se mantieni il pesce ammalato in acquario controlla che le specie in acquario siano in grado di tollerare una temperatura così alta. Mantieni questa temperatura per 48 ore poi controlla lo stato del pesce.

Se la situazione non migliora mantieni la temperatura alta per altri 7 giorni, scendendola poi gradualmente.

ACCORTEZZE

Compensa l’innalzamento della temperatura con un maggiore apporto di ossigeno installando un aeratore, abbassa la quantità dell’acqua fino a che il livello superficiale incontri l’acqua emessa dal filtro e fai un cambio acqua parziale.

Installare più pietre porose per ossigenare l’acqua in più punti (tramite giunti a T nel tubo) e tenerla movimentata in tutta la vasca rende più complicato per il parassita il radicamento sulla pelle del pesce. Il parassita infatti non ha lunga vita non attaccato al pesce, e se nella sua fase infettiva – quando è a caccia di un ospite a cui attaccarsi – gli si rende difficile la vita, si può riuscire a debellarlo, perché una volta attaccato al pesce è molto difficile.

Una volta risolto il problema ricordati di installare in vasca un riscaldatore, anche se in acquario hai solo pesci rossi,  perché spesso la causa di questa fastidiosa malattia sono proprio gli sbalzi di temperatura dell’acqua dell’acquario.

Il ricorso eventuale a farmaci specifici, va valutato con attenzione in quanto gli stessi – non sempre efficaci – hanno ad ogni modo effetti anche sulla flora batterica fondamentale nel ciclo dell’azoto e per l’equilibrio dell’acquario.

DICCI LA TUA!

Ti è mai capitato che i tuoi pesci si ammalassero di questa malattia?

Che altri consigli puoi dare con la tua esperienza?